Cucinare con i bambini_guest post di mamma logopedista.


11.9.14


Rientro a casa e si ricomincia un po' a rallentatore, con i piccoli in giro ancora.  Sono contenta di riaprire il blog dopo questa lunga pausa ospittando nuovamente la mia cara mamma logopedista.  A lei la parola!.

La vita con i bambini può essere davvero entusiasmante. Sì, è vero, anche estenuante, ma ne vale la pena.
Essere con loro rende ogni minuto della vita una scoperta fantastica e toglie agli atti quotidiani la noia e la ripetitività che li rendono banali.
Anche cucinare può diventare una esperienza unica; vuoi mettere fare una frittata con loro? Per quanto semplice, il procedimento si arricchirà di sorrisi, gridolini e sguardi sorpresi soprattutto nel vederla montare in forno.



 Mai provato a fare un frullatino? Che goduria schiacciare a ripetizione il tasto del mixer e creare nuovi ritmi, melodie e balletti di incontenibile voglia di assaggiare il risultato delle fatiche …
Insomma, vale la pena coinvolgerli non solo per rallegrarsi insieme, ma anche per insegnare loro il bello della vita che si trova nelle piccole cose e un senso di responsabilità che crescerà insieme a loro. Per esempio quest’estate abbiamo fatto un pesto alla genovese con le foglie del basilico che prima abbiamo innaffiato e curato e poi spogliato. E’ stata una scoperta bellissima quella di passare dalla piantina alla cucina ed ognuno ha contribuito nelle settimane al processo fino ad arrivare al momento del mortaio in cui le foglioline sono diventate altro. Vi lascio immaginare la soddisfazione di aver poi in effetti mangiato la pasta al pesto più buona del mondo.




Oggi appunto parliamo di CUCINA a misura di bambino.
Le mie figlie hanno 4 e 10 anni e con loro è possibile già fare molte cose suddividendo i compiti in modo adatto. Sanno rompere le uova, sanno mischiare, sanno mescolare, salare, pelare. Sanno pesare, che usando la bilancia digitale anche la piccola riesce a leggere i numeri: io le dico che deve mettere finchè non vede 2-0-0 scritto sulla bilancina e lei si da’ un gran da fare per riuscirci.
Se è vero che la cucina e il cucinare sono dei veri e propri esperimenti chimici, allora questa esperienza mette in gioco e stimola una grande quantità di capacità motorie, di coordinazione, attentive e cognitive.
Consente anche di imparare delle procedure, che altro non sono che l’unire molti atti nella sequenza giusta per ottenere un risultato finale. Per esempio preparare il caffè, noi lo sappiamo fare con la moka e con la macchinetta; inutile dire che farlo con la moka è molto più divertente, perché più complicato e mette alla prova davvero le proprie abilità!
Consente gradualmente, in modo molto personalizzato, di lavorare sulle autonomie del bambino in crescita; ché sono contraria a non mettere mai in mano una forbice o coltello a un bambino, o impedire in modo tassativo di avvicinarsi ai fuochi. Certo, tutto va dosato, monitorato e vigilato, ma bisogna pur dare un senso di “crescita” a questi figli per non ritrovarli un domani incapaci a tutto, paurosi e tentennanti solo perché senza esperienza.
Ecco allora qualche suggerimento, basato più sulla mia esperienza di mamma, a dire il vero, che su quella di esperta dell’infanzia.
•    fin da piccoli “includete” il bambino in cucina, magari dapprima al tavolo, lasciandolo pasticciare con impasti o farine …
•    appena più grandini potranno avere la capacità di manipolare più matura e creare piccole polpette, intrugli o fare dei semplici travasi;
•    potremo chiedergli di prepararci le giuste quantità dei prodotti usando le tacche dei contenitori come riferimento;
•    un’altra idea carina che è nata dalla fantasia di mia figlia, è di disegnare un menù del pasto che si sta preparando; lei lo ha fatto per diversi mesi nell’epoca in cui ci era scattata questa moda.
Da poco tempo la mia bambina di 10 anni sta lavorando per diventare indipendente nel prepararsi un piatto di pasta, potrebbe servire in caso di emergenza, ma a volte mi domando quando iniziare a lavorare sulle autonomie vere. Cosa facciamo al giorno d’oggi per “far crescere” i nostri figli consapevoli e responsabili?
A casa nostra la cucina “giocattolo” c’è sempre stata: abbiamo iniziato con una piccola piccola presa in un banchetto del mercato, siamo passati a una fatta col cartone che per quanto bella è durata poco, fino ad arrivare ad una deliziosa cucina di legno, non troppo grande, che si presta ormai da diversi anni a giochi di ogni tipo con amici di ogni età; le mie bimbe hanno sei anni di differenza l’una dall’altra, quindi vi lascio immaginare …
Potete comunque costruirvela da soli, qui interessanti suggerimenti.


Giocare alla cucina, o alla casa in generale, è un gioco di ruolo molto amato dai bambini, maschi o femmine che siano, e per questo motivo anche uno dei più usati, per esempi, in seduta di osservazione e valutazione delle abilità linguistiche.
Io sono mamma di due femmine e ciò che mi colpisce molto è quanto spesso io senta pronunciare ai genitori che portano i propri figli in visita “ma questo è un gioco da femmina, non ti piace vero?!” di fatto rispondendo già per loro in modo unico e inequivocabile!
In che direzione stiamo andando? Non saranno forse i nostri figli futuri genitori? Le bambine saranno mamme, se lo vorranno e i maschi saranno papà se lo desidereranno, giusto? E i papà non dovrebbero perciò saper cucinare qualcosa di degno, così come fanno, in genere, le mamme?
Per scelta non ho comprato giocattoli rosa lilla o viola, la cucinina delle bimbe è in colori neutri; il loro coinvolgimento è “unisex” la direzione di crescita, spero, di ampie e nuove vedute … Per capire meglio di cosa sto parlando, vi consiglio la lettura di questo bel post: What she can be che spiega benissimo come si strutturano le differenze di genere, nostro malgrado e dove è citato un libro di cui vi parlerò molto presto … e Maschi in cucina.
Tornando a noi, forse da domani, o già da oggi, i vostri bimbi, maschi o femmine che siano, entreranno di più in cucina. Volete allora qualche dritta su come organizzare il locale in tutta sicurezza e fruibilità? Leggete questo bel post di Kid’s Modulor ricco di preziose indicazioni.



1 commento:

  1. Post molto interessante, come sempre! Le mie figlie di quasi 6 e quasi 9 sono ormai parte attiva in cucina, per loro è un gioco divertente e per me un modo per stimolarne l'autonomia. Anche io penso spesso alla necessità che in caso di emergenza non si trovino del tutto prive di risorse, e lavoro quindi nella direzione di far acquisire loro alcune capacità culinarie di base. Idem per quanto riguarda lo scrivere o disegnare il menù, cosa che facciamo spesso quando abbiamo amici a casa e che unisce al divertimento in cucina quello di creare con carta e colori. Per quanto riguarda la cucina giocattolo, abbiamo dismesso da poco una piccina, e ora le bambine ne vorrebbero una "da grandi", possibilmente in legno. Vorrei accontentarle ma mi viene anche da pensare che forse basta la loro presenza attiva nella cucina "vera", quella dei grandi. Per cui l'acquisto di un'altra cucinetta giocattolo per il momento resta sospeso. Tu che ne pensi?

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